Il "no" che il Perugia sbatte in faccia al Verona è eloquente e dovrà far riflettere. No alla vittoria, nonostante i due gol di vantaggio, e no alla fuga a +7 sulla Spal, nuova terza in classifica. L'Hellas degli ultimi tempi passa con troppa facilità dal tutto al niente. A tratti pare devastante, poi improvvisamente diventa ostaggio degli avversari.

"Così roviniamo tutto", ha ammesso Fabio Pecchia dopo la partita. Il Perugia è squadra tosta, organizzata. Quando subisce, come nel primo tempo, non crolla e ha la forza per reagire.

Cristian Bucchi, al quarto pari di fila e al sesto risultato utile, in trasferta è stato battuto solo dall'Entella e nelle ultime 12 partite non ha raccolto punti soltanto con il Carpi.

 

VERONA A RAZZO – La partenza feroce del Verona ha ricordato quella della Juventus contro l'Atalanta. Dopo il quasi immediato gol del vantaggio c'è stato un controllo della gara che si è interrotto per un quarto d'ora, quando il Perugia è riuscito a superare la trequarti senza però far male (un gol di Di Carmine annullato per fuorigioco e un altro colpo di testa debole del centravanti).

Al primo campanello d'allarme Pecchia ha avuto la prontezza di ridisegnare la squadra. Dal 4-3-3 di partenza con Romulo, Fossati e Valoti a centrocampo e Luppi, Pazzini e Bessa nel tridente, si è passati al 4-2-3-1 con Fossati e Bessa davanti alla difesa e Romulo-Valoti-Luppi alle spalle del Pazzo.

L'Hellas a tratti ha proposto un buon calcio e i due gol di vantaggio sembravano il giusto premio, anche per come sono stati confezionati. Splendida l'azione, tutta di prima, dalla quale è sgorgato l'1-0: bel lavoro di Souprayen e Bessa nello stretto e pregevole colpo di tacco di Luppi.

Da rivedere anche il 2-0: Luppi da sinistra ha pescato Pazzini, che in area ha approfittato della scivolata di Di Chiara per controllare e scaricare di destro in rete. Il Perugia è rimasto vivo e da una punizione è arrivato, a sorpresa, il 2-1 di Nicastro.

 

REAZIONE PERUGIA – Il gol nel recupero è stato l'energizzante che ha cambiato la partita. A comandare, nella ripresa, è stato infatti il Perugia e il Verona, nonostante i cambi, ha sofferto. Bucchi, pur restando fedele al 4-3-3 d'ordinanza, ha inciso con i cambi (palo del guizzante Drolè), Pecchia no.

Soprattutto, si è avuta la conferma che quando viene messo sotto pressione il Verona va in bambola, la fase difensiva - che non è la prima preoccupazione del tecnico - va rivista. E deve crescere l'attenzione sui calci da fermo. Il modo in cui è stato subìto il gol del 2-2 (calcio d'angolo di Di Chiara e capocciata di Belmonte, lasciato libero da Bianchetti) fa venire i brividi.

Sezione: Copertina / Data: Lun 05 dicembre 2016 alle 10:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Giorgia Segala
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