Ricordo una vecchia battuta che girava su internet, aveva avuto molto successo quando Cerci strafaceva nel Torino di Ventura e poi quando perse ogni sicurezza al Milan e all'Atletico Madrid. Questa immagine esilarante lo ritraeva immerso fra le spighe di grano con una faccia un po' confusa e addosso ancora la maglia del Toro. Ovviamente il lato comico stava nel gioco di parole con cerchi nel grano. Ma oggi, senza scherzarci tanto su, dov'è Alessio Cerci?

Lo avete visto, voi? Ne parlavo anche con un paio di colleghi beneventani che così, abbastanza sicuri della risposta, mi chiesero:"Cerci vi sta dando quello che vi aspettavate?". Ora si trattengano nella lettura dell'editoriale solo quelli che, come me, risponderebbero di no

Benissimo, praticamente nessuno ha smesso di leggere. Ecco, Cerci non è più nel grano: magari è nascosto fra le risaie di Isola, fra i peschi di Pescantina o in mezzo alle vigne della Valpolicella. È ancora nascosto, ma è nei paraggi. Il Verona è cresciuto di prestazione nelle ultime due gare, non riconoscerlo sarebbe ingeneroso, e anche il numero 10 gialloblù ne ha giovato.

Ai colleghi sanniti ho risposto che no, finora non ci sta dando quanto è nelle sue possibilità, anche se francamente non mi importa quanto abbia offerto finora ma quanto possa offrire da domani. D'accordo, con domani sembro un po' il disco rotto di Pecchia, ma contro l'Inter c'è stato un sussulto. Qualche minuto prima del rigore Cerci parte per la tangente dell'area verso il lato opposto: un movimento con il quale lui ha una grande confidenza, per la verità così tanta da aver fatto dire a qualcuno che "mi ricorda Robben": ora va bene tutto, ma non manchiamo di rispetto a nostro Signore.

Certamente non è un movimento comune, è tipico di chi di talento ne ha da vendere. Cerci è uno di questi, ma forse sta patendo quella distanza dalla porta lungo tutta la partita (detta in soldoni, il 4-3-3 lo sta sfavorendo). Effettivamente lui sarebbe un esterno alto, ma come si può pretendere che giochi bene in quel ruolo se creiamo pochissimo in fascia e il più delle volte ad opera del giovane Verde, che dalla sua ha una velocità impressionante. 

Per questo l'evoluzione naturale del modulo di questo Hellas Verona, per quanto mi riguarda, è il 4-4-2. Permette di sfruttare le caratteristiche del migliore calciatore che si ha in rosa, affiancato da una delle due punte. Lo si è visto contro i nerazzurri prima del pareggio: forse non ritroverà mai più quell'esplosività che aveva ai tempi di Ventura, ma può improvvisamente cambiarti la partita, anche solo con una opportunità.

Quasi gli riusciva su quella giocata, dove poi il tiro è finito di poco alto, ma magari contro un'avversaria di rango inferiore che ti dà più spazio o con un pizzico in più di fortuna, quella palla finisce dentro. Cerci non è nel grano, non è nemmeno al centro di questo Verona, ma potrà esserci con le condizioni giuste: o l'Hellas si mette a giocare bene con il 4-3-3 (onestamente lo trovo improbabile) oppure si avanza Cerci. 

E a chi dispiacerebbe un centrocampo con Fossati e Zuculini o magari Romulo? A chi dispiacerebbe vedere Bessa un po' più avanzato, dato che sta facendo fatica lì in mezzo? O a chi altri dispiacerebbe vedere servizi concreti per Pazzini? Questo Cerci può offrirlo, non lo sta facendo finora ma, come detto, non è Arjen Robben. 

Si tratta di un giocatore che da un momento all'altro, anche durante una partita giocata malissimo, può trovarti il colpo da tre punti, così come lo è Pazzini, perché sono giocatori d'esperienza e di qualità: perché sono i due che, parlandosi da grandi campioni quali sono, si sono presi la responsabilità di calciare il rigore contro l'Inter (Cerci lo ha lasciato al suo capitano). 

Kean può giocarsela, non escludiamolo a priori solo perchè ruba il posto a Pazzini. Lui sopperisce alla giovane età con una fisicità impressionante, che non ha per esempio Lee. Avevo pensato il coreano anche sulla trequarti in uno scacchiere tattico complessivo, ma mi rendo conto ogni giorno di quanto poco possa offrire sul piano del non possesso o dei contenziosi in mezzo al campo: deve fare l'esterno, ma non accaniamoci contro Pecchia se non gioca dall'inizio.

Ci sono giocatori che spaccano la partita quando entrano dalla panchina e alle volte schierarli da subito potrebbe significare perdersi una pedina valida per il finale: anche perchè, se è vero che almeno una volta in tutti i novanta minuti si è sullo 0-0, c'è anche da difendere. Alle volte sono più utili calciatori meno sfrontati come Valoti. La mia posizione sul coreano e su Kean, dunque, è quella che ha spiegato egregiamente il collega De Pietro nel post-partita di Fuori Gioco

Per Cerci, chiudendo il cerchio (sperando non sia nel grano), nutro una grandissima fiducia. So che prima o poi uscirà allo scoperto risolvendoci una partita, magari quella più importante perchè un giocatore del suo talento è insostituibile in un Hellas Verona che non ne ha molto e che fa dell'interdizione la forza della propria mediana. Cerci uscirà dal grano in cui si è cacciato. Ne sono certo. Lo spero. Lo aspetto.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 31 ottobre 2017 alle 17:00
Autore: Lorenzo Salvadori
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