E ora per chi suona la campana? Quando ormai tutto era incanalato verso la marcia funebre scandita dalle note del De Profundis, il Verona rialza il capo e torna a casa a schiena dritta dopo aver trovato a Reggio Emilia tre punti pesantissimi contro una diretta concorrente come il malconcio Sassuolo. Nella giornata che avrebbe dovuto chiudere l’avventura in panchina di Fabio Pecchia, oltre ad aver riagganciato il treno che porta alla salvezza, la squadra ha finalmente raccolto quanto prodotto e ha chiaramente mostrato che il gruppo è unito e deciso a seguire la strada tracciata dall’allenatore. Nulla è risolto, la situazione  rimane ovviamente complicata, ma mettendo in campo lo spirito visto al Mapei  siamo pronti a scommettere che questa squadra se la potrà giocare fino alla fine. 

Il Verona, a dire il vero, sta facendo bene da un po’, almeno da quando strappò con le unghie e con i denti il pareggio di Torino, ma tutto è vano e tutto passa inosservato se in cascina non metti punti. Prendere o lasciare, il calcio è fatto così e l’incredibile sconfitta patita una settimana fa contro il Bologna ne è stata la prova più amara. Tuttavia il campionato è una lunga regata tra le acque dei mari che bagnano lo stivale; il vento può sempre girare, ed ecco che nel giorno più difficile quando, dopo cinque giornate di tempesta, stava per affondare, Pecchia ha indovinato la virata giusta e si è tirato fuori dai vortici salvando la barca dagli abissi. L’abbraccio che i ragazzi gli hanno riservato a fine gara la dice lunga sullo spirito che anima l’equipaggio. Per qualche giorno navigheranno a vista in mari un po’ più tranquilli: almeno fino a mercoledì quando la Coppa Italia imporrà il derby da dentro-fuori con il Chievo, e soprattutto lunedì prossimo quando al Bentegodi farà visita il Genoa per un delicatissimo scontro diretto. Continuità è la parola d’ordine.

Più volte abbiamo scritto come questo sia un gruppo di giovani (guidato da un tecnico altrettanto giovane) che nell’autostima e nell’entusiasmo possa trovare la leva giusta per crescere. Diversamente, nel pessimismo rischierebbe solo di avvinghiarsi su se stesso e precipitare nel pianto. Il gladiatore Bruno Zuculini, e i due maratoneti Fares e Verde sono usciti ingigantiti dal campo di battaglia del Mapei. In attesa di uno squillo dai convalescenti Bessa e Pazzini, è toccato a Caceres, Romulo, e Cerci trascinare il resto della truppa. Contro il Sassuolo, i tre non solo hanno disputato una gran partita, ma tutti e tre hanno saputo caricarsi sulle spalle le proprie responsabilità, cosa di cui questo gruppo ha estremo bisogno. La squadra ne ha tratto immediatamente beneficio. 

Adesso viene il bello, tutto può succedere in questo pazzo mondo: la vittoria del Mapei ha fatto ingoiare un rospo grande così alle Cassandre, Pecchia è rimasto al timone. Il toto-allenatore che ha tenuto banco per tutta la scorsa settimana è sospeso: non facciamoci troppe illusioni, perché al primo tonfo rispunterà fuori, c’è da giurarci. Permetteteci tuttavia di osservare quanto il Verona abbia bisogno dell’amore della sua gente, e quanto amore la sua gente sia capace di dargli: è questa l’equazione giusta. I fuoriclasse della zizzania ci sono sempre stati e sempre ci saranno. C’è chi lo fa di mestiere e chi proprio non ne può fare a meno: nemmeno in queste ore, all’indomani di una bella e netta vittoria come quella di Reggio Emilia, rinunciano a gettare ombre e seminare veleni. Pazienza e andiamo avanti, un passo alla volta. Chissà che a fine campionato, la campana non suoni allora per loro. Finché la speranza ci darà fiato, noi faremo la nostra parte lottando fino all’ultimo sporco pallone. Il Verona non è un Talk Show per fini oratori abili a fare dell’aria fritta un valore. Il Verona è per fortuna altro: lo trovi nel sudore di una maglia, in voci roche debilitate dall'esposizione alle intemperie, in mani sporche solcate dai calli, in pelli ruvide e rugose, segnate dalle fatiche di una storia ultracentenaria che ha offerto poche gioie e tante sofferenze. Scordarselo, sarebbe davvero imperdonabile. E ora, diamoci dentro.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 26 novembre 2017 alle 19:13
Autore: Lorenzo Fabiano
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