Perdonateci se scomodiamo Gigi Marzullo, ma di fronte alle immagini inequivocabili che rendono ingiustizia la Verona, una domanda ci sorge spontanea: vorremo infatti sapere cosa diavolo stessero guardando il VAR Doveri e il suo assistente Rapuano. L’occhio di falco della tecnologia dovrebbe sciogliere ogni nodo, ma se la decisione finale spetta all’occhio umano di dubbi ne rimarranno da qui all’eternità.

Taraabt (al Milan qualcuno lo rimpiangerà),  da cui è partita l’azione che ha generato il gol di Pandev, seppur di poco, era in netta posizione di fuorigioco. Il VAR dovrebbe mettere la parola fine al pressapochismo. Centimetri o non centimetri, se il fuorigioco c’è, e c’era, va rilevato. Che possa essere sfuggito a Damato e al suo guardalinee ci può stare, ma che i due Varisti non se ne siano accorti, è oggettivamente grave. Per novanta minuti davanti allo schermo, ieri sera hanno dato l’impressione di essere collegati all’anteprima di una nuova serie tv di grande successo su Netflix, THE VAR HORROR SHOW, piuttosto che essere concentrati su quanto stava accadendo a pochi metri sul terreno di gioco.

Se aggiungiamo che a Cagliari fu annullato un gol regolare a Pazzini, la misura è oggettivamente colma. Sgomberiamo il campo a malintesi:  noi detestiamo i piagnistei moviolisti, ma è fin superfluo riconoscere che il campionato in salita del Verona, oltre ai noti deficit tecnici impietosamente evidenziati dai numeri, non possa reggere alla carenza di diottrie del Grande Fratello del (in questo caso meglio dire “nel”) pallone.  Spiace, perché quell’episodio, nei minuti di recupero del primo tempo, ha letteralmente cambiato le carte in tavola.  

Il Genoa se n’è tornato sotto la Lanterna con un premio sin troppo generoso che va ben oltre i suoi meriti. Fino a quel momento, nel sostanziale equilibrio, era stato il Verona a farsi apprezzare maggiormente per intraprendenza e piglio. Sia pur alle prese con importanti e forzate defezioni, la squadra mostrava un assetto ordinato e un positivo atteggiamento: due mediani, Buchel e Zuculini, a raccordo tra difesa e linea a tre del centrocampo composta da Verde, Bessa, e Valoti, che a rotazione senza dare riferimenti alla retroguardia avversaria avevano il compito di alternarsi a sostegno di Cerci. La mossa ha tutto sommato funzionato sino a quando il gol fantasma di Pandev ha prodotto lo scacco matto: da lì sono emersi i limiti del Verona.

Quando la squadra è stata costretta ad alzare il baricentro e attaccare in massa, il peso dell’attacco ha mostrato tutta la sua inconsistenza. Gli ingressi di Kean e Lee, la new generation (col punto interrogativo) arrivata a Verona l’ultimo giorno di mercato, non hanno sortito alcunché. Il primo ha fisico ma è ancora del tutto privo di mestiere e mostra difficoltà di apprendimento dei movimenti in smarcatura; il secondo, è un simpatico trottolino con un pizzico d’arte e per ora nessuna parte. I numeri indicano come il Verona si sia riversato a lungo nella metà campo avversaria: peccato non aver avuto a disposizione Pazzini in una gara che presentava condizioni a lui favorevoli. L’assenza di Fares, l’uomo più in forma, si è fatta sentire, come del resto quella di Caceres, che ha costretto Pecchia ad abbassare Romulo. Se aggiungiamo che il gladiatore Bruno Zuculini era a mezzo servizio, è impossibile non parlare di emergenza.

Insomma, all’allenatore, sempre sulla graticola, va dato atto di aver dovuto affrontare una gara di simile importanza con la coperta così corta. Va riconosciuto che il Verona non ha affatto sfigurato, e almeno un punto lo avrebbe meritato. Un progetto tattico la squadra l’aveva, ma quando è stata chiamata ad affondare i colpi, la leggerezza ha avuto il sopravvento sulla volontà e le idee. Purtroppo non è la prima volta. La situazione si è ora ulteriormente complicata: Udinese e Genoa sono salpate al largo in mari più tranquilli: a remare in acque agitate rimangono Hellas, Spal, Sassuolo, e Crotone, raccolte nel fazzoletto di tre punti a darsi battaglia in quattro per due posti al sicuro. Il lotto dei partecipanti al minitorneo della sopravvivenza  si riduce. Domenica a Ferrara, il Verona non può permettersi un altro passo falso in uno scontro diretto. Il VAR nemmeno, ovviamente. Sarebbe davvero letale.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 05 dicembre 2017 alle 15:39
Autore: Lorenzo Fabiano
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