Meritatosi il lunedì nero del calcio italiano un posto speciale sugli scaffali della cineteca degli orrori, ci rituffiamo nelle cose di campanile. Anche lì abbiamo però poco di che sorridere. Sabato riparte il campionato, lunedì sera il Verona ospiterà al Bentegodi il Bologna. Ci sono partite e partite; detto che in campo si va sempre per vincere, ne esistono alcune dove il risultato è confutato dalla brillantezza del modo con cui è ottenuto, altre più Macchiavelliche, cioè sporche, dove a contare sono in definitiva solo i tre punti.

Poche storie, Verona-Bologna appartiene a quest’ultima categoria. Divise in classifica da ben 8 punti, entrambe le squadre vi giungono reduci dalla poco invidiabile striscia di quattro sconfitte di fila. Ma con la misera dote di 6 punti messi insieme in dodici gare, è indubbiamente il Verona a presentarsi all’appuntamento con l’acqua alla gola.  Dal pomeriggio del rocambolesco pareggio agguantato in extremis a Torino, la squadra di Pecchia aveva mostrato incoraggianti segnali di ripresa: pur senza entusiasmare, aveva finalmente riassaporato il gusto della vittoria, superando a fatica i Brancaleoni di Benevento. I gialloblù hanno perso poi a Bergamo, dopo aver scialacquato tutto il possibile nella prima parte di gara, si sono piegati con l’onore delle armi e in inferiorità numerica al Chievo al termine di un combattutissimo derby, e infine si sono arresi all’Inter dopo aver a lungo lottato alla pari. Tre buone partite dalle quali il Verona non ha tuttavia raccolto nulla, ma dalle quali era comunque uscita una squadra ancora in vita e in grado di potersela giocare.

La sconfitta di Cagliari ha rimesso le gomme a terra. Vero che, pur offrendo una pessima prestazione, senza quello sciagurato pasticcio combinato da Souprayen a tre minuti dalla fine, Pecchia sarebbe tornato dalla Sardegna con un punticino. Tuttavia l’evidenza di una regressione secca e netta, come ammesso dal tecnico stesso a fine gara,  non lascia spazio ad alibi cui aggrapparsi. Filippo Fusco ha confermato l’allenatore, finito nel mirino della contestazione, al suo posto. Il credito non è tuttavia illimitato: dopo il Bologna, Pecchia  sarà alle prese con un mini torneo che vedrà il Verona opposto alle dirette concorrenti per la sopravvivenza. Quello è il ciclo che non si può assolutamente sbagliare.

Arrivare al mercato di gennaio con il lume della speranza ancora acceso è a questo punto il primo obiettivo a breve scadenza; toccherà quindi alla società farsi sentire e battere un colpo (magari anche qualcuno in più) all’Ufficio Prestiti e Parametri Zero, dove siamo di casa. Nel frattempo proviamo almeno a costruirci il nostro rifugetto pietra su pietra, mattone su mattone, doga su doga. “Un colpo alla volta” si ostinava a ripetere fino allo sfinimento tra sé e sé Bjorn Borg quando sconfisse John McEnroe nella memorabile finale di Wimbledon del 1980 ora portata magistralmente sul grande schermo. Una di queste sere Pecchia porti i suoi al cinema a vederlo. Potrebbe rivelarsi molto utile. In fondo, non deve  che seguire quell’insegnamento e provare a fare la stessa identica cosa. A cominciare da lunedì.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 14 novembre 2017 alle 12:30
Autore: Lorenzo Fabiano
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