La squadra gialloblù scesa in campo a Benevento ha scritto una delle pagine più brutte e deludenti dell’ultracentenaria storia del club di Via Belgio. Dopo le sconfitte contro Atalanta ed Inter, la partita del “Vigorito” avrebbe dovuto rappresentare per gli uomini di Pecchia una sorta di “nuovo inizio”, la prima pietra - come dire - di un nuovo mini-campionato dove giocarsi le residue speranza di salvezza. Nulla di tutto questo. Giorni di inutili quanto effimeri proclami gettati al vento.

La prestazione contro la squadra di De Zerbi - per la cronaca ancora desolatamente ultima in classifica nonostante la vittoria sull'Hellas - è stata a dir poco vergognosa. In campo si è visto un undici svogliato, inerme, impresentabile e senza nemmeno un briciolo di attaccamento alla maglia, il “minimo sindacale” visto il contesto e i tempi che corrono.. Come se non bastasse, poi, nel dopo partita sono giunte inaspettate anche le dimissioni di Filippo Fusco. Il direttore sportivo, fortemente amareggiato per l’esito dell’incontro, ha preferito accorciare i tempi della sua dipartita già annunciata e ha deciso di scendere con anticipo dal treno in corsa. Sulla sua scelta si potrebbe aprire un dibattito infinito tra chi definisce il suo un atto di responsabilità e chi, invece, “etichetta” il dirigente gialloblù come un esempio di “schettiniana” memoria”.  Tra le due, probabilmente, l'impressione generale è che sia più la seconda ad avere la meglio. In ogni caso la sua scelta mette ora all’angolo il presidente Maurizio Setti, Come sono distanti i tempi di “...valorizziamo il settore giovanile...”, “...saremo il nuovo Borussia Dortmund...” , "...il consolidamento del brand..." e chi più ne ha più ne metta. Il patron gialloblù si trova ora spalle al muro e per di più in “beata” solitudine. A fargli compagnia, probabilmente, il suo inseparabile amico sigaro e niente più. La contestazione nei suoi confronti rischia di inasprirsi sempre più. Aumenta a dismisura, inoltre, il il numero di coloro che chiedono la testa del tecnico, forse l'ultima carta rimasta in mano all'imprenditore carpigiano in grado, forse, di imprimere un netto cambio di rotta e tentare di salvare "capra e cavoli". Ma siamo certi sia la soluzione giusta? Ora che Fusco se ne è andato ed il tecnico di Formia ha perso il suo, forse unico, estimatore, tutto potrebbe sembrare più semplice. La scelta in ogni caso appare tutt’altro che facile e scontata anche se le ultime vicissitudini, compreso l'annunciato divorzio a fine stagione - comunicato con "colpevole" anticipo dallo stesso Setti - sembrano averlo di fatto già ampiamente desautorato agli occhi di tutti. 

Tutto poggia, quindi, inevitabilmente, sulle spalle - quanto larghe non è dato a sapersi - del numero uno gialloblù. La sfida di domenica con il Cagliari avrà l'ingrato compito di dare delle risposte, buone o cattive che siano. La piazza attende trepidante, la contestazione ad oltranza è dietro l’angolo. Il bene dell'Hellas deve venire prima di ogni cosa. Questo è quello che chiede una tifoseria fedele ed appassionata come quella gialloblù. Ai posteri l'ardua sentenza...

Sezione: Editoriale / Data: Gio 05 aprile 2018 alle 17:30
Autore: Enrico Brigi / Twitter: @enrico_brigi
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