Goal ricorda alcuni giocatori dotati di prodigioso talento che però non sono diventati grandi.
#1 Adriano
Adriano aveva soltanto 17 anni quando ha esordito nella prima squadra del Flamengo nel 2000. Prestazioni entusiasmanti convinsero l'Inter a sborsare 7 milioni di euro per averlo. Dopo un paio di prestiti alla Fiorentina e al Parma, sembrava che potesse ripercorrere le orme di Ronaldo sia in nerazzurro che in Nazionale, ma la sua carriera si è presto spenta a causa dei problemi con depressione e alcolismo seguiti alla morte del padre nel 2004.
#2 Freddy Adu
Dal soprannome di 'nuovo Pelé' a 14 anni alla ricerca di un club a 28: forse nessun talento ha subìto una discesa tanto spettacolare come Freddy Adu. Convocato dagli Stati Uniti all'età di 16 anni, chiamato dal Benfica, Adu ha fallito al Da Luz iniziando un pellegrinaggio infinito in giro per l'Europa e per il Mondo prima di essere lasciato libero dai Tampa Bay Rowdies nel gennaio del 2017.
#3 Anderson
Anderson è convinto che a contare siano solamente le medaglie: recentemente ha ricordato che i suoi titoli di Premier League sono quattro, contro gli zero di Steven Gerrard. Tuttavia, mentre l'ex leggenda del Liverpool è entrato nella storia del calcio, l'ex Porto sarà ricordato soprattutto per il suo spreco di talento. Sir Alex Ferguson lo aveva definito "speciale", ma nel 2015, a soli 26 anni, il suo rapporto col Manchester United si è interrotto. Ora gioca in Brasile, al Coritiba, in prestito dall'Internacional.
#4 Valeri Bojinov
Lo straniero più giovane ad aver giocato in Serie A. Valeri Bojinov aveva appena 15 anni quando fece il proprio debutto con la maglia del Lecce, nel gennaio del 2002. Convocato per Euro 2004, era considerato la risposta della A a Wayne Rooney. In realtà, se quest'ultimo è rimasto al top per un decennio, la carriera del bulgaro si è contraddistinta per infortuni e litigi con compagni di squadra e allenatori. Ora Bojinov gioca in Croazia, col Rijeka.
#5 Antonio Cassano
"Se non ho avuto una carriera migliore, è solo colpa mia. Non sono arrivato al 50% di quello che avrei potuto fare", ha dichiarato Antonio Cassano nel 2013. Non sbagliava: tutti si ricordano l'esordio fulminante in A, a 17 anni, con la maglia del Bari in uno storico successo contro l'Inter. Ma tra Roma e Real Madrid, l'attaccante barese non ha mai realizzato completamente il proprio potenziale a causa di un comportamento non esattamente professionale fuori dal campo. Ora è senza squadra da luglio, dopo la bizzarra vicenda dell'addio al Verona.
#6 Macauley Chrisantus
Chelsea, Tottenham, Liverpool e perfino il Real Madrid: tutti erano segnalati sulle tracce di Macauley Chrisantus dopo che il giovanissimo talento aveva trascinato la Nigeria alla vittoria dei Mondiali Under 17 del 2007. Il suo errore è stato quello di scegliere l'Amburgo invece di una big europea. "Presto il mio nome tornerà in voga in tutto il mondo", diceva otto anni fa. Ma è senza squadra da dicembre, dopo aver giocato in Grecia col Lamia.
#7 Sebastian Deisler
L'ex allenatore del Borussia Monchengladbach Rausch ha detto di Sebastian Deisler: "Sarà inserito nella cerchia dei Walter, dei Seeler e dei Beckenbauer". Sfortunatamente, il suo nome è ora simbolo dell'eccessiva pressione posta sulle spalle dei giovani calciatori. Una situazione che lo ha portato alla depressione e all'addio al calcio a soli 27 anni, portandolo a dire: "Mi sentivo come un clown triste".
#8 Denilson
Ha vinto un Mondiale ed è stato il giocatore più pagato del mondo. Ma la carriera di Denilson non ha rispettato le enormi aspettative riposte in lui da quando esordiva col San Paolo, all'età di 17 anni, e poi veniva ceduto al Betis per una cifra record nel 1998: il funambolo mancino ha girato il mondo giocando in Arabia Saudita, negli Stati Uniti, in Grecia e addirittura in Vietnam.
#9 Diego
Una volta, il grande Zico ammise che Diego gli ricordava il proprio modo di giocare. "Per il ruolo, la capacità di calciare le punizioni... sì, ci assomigliamo". Ma se l'ex campione dell'Udinese è ricordato come uno dei più grandi di sempre ad aver vestito la maglia numero 10 del Brasile, lo stesso non si può dire dell'ex juventino. Diego è esploso al Santos all'età di 16 anni, ma le sue esperienze al Porto e a Torino sono state un flop. Meglio con Werder e Atletico Madrid, ma sempre troppo poco in relazione a quel che lasciava trasparire il suo talento.
#10 Royston Drenthe
Nonostante Royston Drenthe non voglia essere definito un 'bad boy', i problemi lo hanno sempre seguito. Le sue scintillanti prestazioni con il Feyenoord e l'Olanda Under 21 lo avevano proposto come uno dei giovani più interessanti del panorama calcistico, ma l'esperienza al Real Madrid non è andata come desiderato: il rapporto con i suoi allenatori, tra cui José Mourinho, non è mai stato facile, fino all'addio del 2012. Si è ritirato all'età di 29 anni per concentrarsi sulla carriera di rapper.
#11 Wayne Harrison
La storia più tragica della nostra lista. Tifoso del Liverpool, Wayne Harrison diventò l'adolescente inglese più costoso di sempre dopo essersi trasferito dall'Oldham ai Reds nel 1985, all'età di 17 anni. "Un giocatore speciale, di quelli come lui se ne vedono uno ogni 20 anni. Ecco perché l'abbiamo preso", diceva il manager Joe Fagan. Ma ad Anfield, Harrison ebbe tanta sfortuna: rischiò di morire in un incidente, prima che un infortunio a un ginocchio lo costringesse a concludere la carriera nel 1991. E' morto il giorno di Natale del nel 2013, a soli 46 anni, a causa di problemi al pancreas.
#12 Michael Johnson
Michael Johnson è stato l'ultimo giocatore locale a rappresentare il Manchester City in un Mancunian derby, ormai 11 anni fa. Un dato indicativo di come la carriera di un giocatore apprezzatissimo dall'allora ct inglese Sven-Goran Eriksson sia andata in declino. In quel derby, Johnson aveva solo 19 anni: non ne avrebbe giocati altri. Colpa degli infortuni e di aspettative troppo alte: un mix che lo ha portato alla depressione. Ha lasciato il City a soli 24 anni.
#13 Bojan Krkic
L'uomo che, nei libri di storia, ha preso il posto di Leo Mesi come giocatore più giovane ad aver vestito la maglia del Barcellona in Liga. Le sue grandi prestazioni nel 2007/08, ad appena 17 anni, sembravano doverlo proiettare nell'Olimpo dei grandi. Ma Bojan non si è mai confermato, girovagando tra Italia, Olanda, Inghilterra e Germania senza mai riprendersi.
#14 Nii Lamptey
Scappato dai genitori adottivi in Belgio, dove fu preso dall'Anderlecht, Nii Lamptey si fece conoscere portando il Ghana alla vittoria del Mondiale Under 17 del 1991. Tanto da essere considerato il successore di Pelé dallo stesso brasiliano. Agenti e personaggi senza scrupoli lo portarono sulla via sbagliata e il resto lo fece una tragedia familiare, in cui Lamptey perse due figlioletti. "Ho sofferto tantissimo", ha confessato in seguito.
#15 Federico Macheda
Federico Macheda sembrava poter diventare un campione quando, nel 2008/09 con la maglia del Manchester United, segnò uno straordinario goal in extremis per battere l'Aston Villa in rimonta. Di lui Ferguson pensava fosse "un talento fantastico". In seguito si è compreso che Macheda non possedeva tutto ciò che è necessario per rimanere ai livelli più alti. Ora gioca in Serie B con la maglia del Novara.
#16 Alexandre Pato
A 19 anni, Alexandre Pato era già riuscito ad affermarsi come attaccante di riferimento al Milan ed aveva anche disputato tre partite con la maglia del Brasile. Oggi, a 28 anni, ‘il Papero’ gioca in Cina con la maglia del Tianjin Quanjian e per lui la Seleçao rappresenta un qualcosa più lontano che mai. I tanti infortuni hanno innegabilmente frenato Pato, un giocatore che con il suo ritmo terrorizzava i difensori avversari. In molti hanno messo in discussione la sua forza mentale e questo specialmente nel corso del suo disastroso periodo al Corinthians. Il grande timore è che per l’attaccante brasiliano i giorni migliori della sua carriera siano già passati.
#17 Jermaine Pennant
Jermaine Pennant è diventato il giocatore delle giovanili più costoso della storia del calcio britannico quando, ancora quindicenne, l’Arsenal lo prelevò dal Notts County per 2 milioni di sterline del 1999. Arsene Wenger ha però alla fine perso la pazienza con lui, a causa del suo stile di vita. Quando una volta gli chiesero quale consiglio avrebbe dato a se stesso, Pennant scherzando rispose: “Stai lontano dalle donne!”. Pennant ha anche acuto problemi con l’alcol ed ha scontato tre mesi di carcere per guida in stato di ebbrezza durante la sua avventura al Birmingham. Per un breve lasso di tempo ha cercato di salvare la sua carriera ai massimi livelli ai tempi del Liverpool, venendo tra l’altro eletto miglior giocatore della finale della Champions League del 2007, la sua mancanza di disciplina ha però alla fine reso tutto vano. Oggi è senza squadra, dopo aver lasciato il Billericay Town.
#18 Lars Ricken
Lars Ricken aveva appena 17 anni nel marzo del 1994 quando segnò una straordinaria rete contro l’Inter a San Siro in Coppa UEFA portando il Borussia Dortmund sul 2-0. Diventò chiaro che l’attaccante tedesco era un giocatore da grandi occasioni, quindi i tifosi del BVB non restarono sorpresi più di tanto quando realizzò un grandissimo goal nella finale del 1997 contro la Juventus che regalò alla sua squadra la prima Champions League della sua storia. Ricken sembrava destinato a grandi cose, in realtà però la sua è stata una carriera al di sotto delle aspettative. Tormentato dagli infortuni, ha perso la fiducia in se stesso e si è ritirato ancor prima di compiere 30 anni.
#19 Javier Saviola
Javier Saviola aveva il mondo ai suoi piedi quando nel 1999 approdò al Barcellona. A 19 anni era già diventato una superstar al River Plate, visto che aveva vinto due campionati ed era stato eletto Miglio Giocatore Sudamericano. La sua carriera al Camp Nou era iniziata in maniera brillante, l’arrivo di Frank Rijkaard sulla panchina blaugrana ha però di fatto messo fine alla sua avventura in Catalogna e, come sarebbe emerso più tardi, anche al miglior periodo della sua carriera. Tornato anni dopo al River Plate riuscì a vincere una Copa Libertadores, ormai però era poco più dell’ombra del grande calciatore che era stato. “Guardandomi indietro, mi sarebbe piaciuto giocarci di più”, ha raccontato sul suo passato in Liga.
#20 Lee Sharpe
Prima di Ryan Giggs, al Manchester United ci fu un altro giovanissimo talento che, arrivato alla fine degli anni ’80, catturò i cuori dei tifosi dell’Old Trafford grazie alle sue elettrizzanti prestazioni sulla fascia sinistra: Lee Sharpe. Il suo carisma e il suo bell’aspetto, si sono però rapidamente rivelate delle trappole per la sua carriera. Nonostante gli sforzi di Alex Ferguson, che una volta interruppe una festa a casa di Sharpe alla quale stava partecipando anche Giggs, l’inglese ha ben presto perso la sua strada. I tanti infortuni non l’hanno di certo aiutato, ma la realtà è che Sharpe è conosciuto dai fan più giovani più per le sue apparizioni a "Celebrity Wrestling", "Love Island" e "Dancing on Ice" che per altro.
Autore: Anna Vuerich
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