Già quattro anni. Era il 15 ottobre del 2013, un martedì, quando Giovanni Martinelli morì nella sua casa di Castelnuovo. Nel bel mezzo di una sosta di campionato, proprio come ora. Dopo una lunga malattia, combattendo con spirito e coraggio infiniti perché, come diceva sempre, “quando l’acqua ti arriva al collo in un modo o nell’altro la forza da qualche parte devi pur trovarla”. Il Verona aveva stravinto a Bologna e alla ripresa avrebbe battuto il Parma in un Bentegodi tutto per il suo presidente. Con gli occhi al cielo come quelli di Jorginho che realizzò i due rigori decisivi, l’ultimo a tre minuti dalla fine. Nel Parma segnò guarda caso anche l’Ex Parolo, uno di quelli che più di tutti venne colpito dal primo discorso di Martinelli alla squadra negli spogliatoi di Bussolengo.

Era il 31 gennaio del 2009, il giorno dopo il passaggio del club dagli eredi di Piero Arvedi la cui vita era appesa a un filo che si sarebbe spezzato il 20 marzo. Martinelli aveva coronato il suo sogno, coniugando l’amore per il Verona alla passione per il calcio dopo aver fatto diventare grande la piccola Sandrà, passata dalla Terza alla Promozione e quindi in Eccellenza dopo il matrimonio con il Castelnuovo.

Raccogliendo successi diversi la vita col suo business diversificato in più settori, partendo dalle confezioni per arrivare all’edilizia. “È stato unico, per me così come per tanti altri miei compagni e credo pure per il popolo veronese. Presente nei momenti belli ma soprattutto in quelli difficili, sempre al campo nonostante fosse pieno di problemi”, il pensiero ieri del vecchio capitano Luca Ceccarelli, che dal palco dell’Arena il 21 maggio con la Serie A appena in tasca, lesse a Martinelli una lettera da brividi nella festa dei 110 anni dell’Hellas nel frattempo già da quasi un anno nelle mani di Maurizio Setti. C’era anche Corrent, vice di Pecchia, nel primo Verona di Martinelli. Anche lui, come Parolo, conquistato dalla semplicità di quel piccolo uomo pieno di energia che stava portando avanti in silenzio la battaglia contro un male spietato da cui ha provato ad allontanarsi tante volte.

Fino a quel 15 ottobre di quattro anni fa. “È stata la persona più straordinaria, forte, coraggiosa e ricca di umanità che abbia mai conosciuto. Onorato di essere stato il suo ultimo capitano”, il ricordo di Mimmo Maietta, oggi al Bologna. Un coro unanime. “Un uomo fantastico, che ringrazierò per sempre”, gli ha fatto eco Rafael da Cagliari. In ricordo di Martinelli verrà celebrata stamattina alle 9 una messa nella chiesa di Sandrà.

Sezione: Ex gialloblù / Data: Dom 15 ottobre 2017 alle 11:00 / Fonte: L'Arena
Autore: Ilaria Lauria
vedi letture
Print