Il verdetto di questo spareggio sembra definitivo, al di là dell’aritmetica. In positivo per chi lo ha vinto, con pieno merito: gli abbracci dei giocatori del Sassuolo sanno di impresa portata a compimento. A quota 34 si respira un’aria priva di veleni.
Per contro il diluvio di fischi col quale il Bentegodi accompagna negli spogliatoi una squadra incapace di produrre un solo tiro in quel secondo tempo di disperati assalti, sa tanto di resa. L’ambiente veronese non ci crede più e individua nel solito Pecchia e nel patron Setti i suoi bersagli.

LA PAPERA Quando l’annata è negativa può anche capitare che il giocatore segnalatosi fino a quel momento (38’) come il più bravo in campo, il portiere di casa, commetta una papera choccante, alla quale i compagni non riusciranno a porre riparo. C’è un palla ricacciata in area alle meno peggio sulla quale sbracciano Politano e Ferrari. Finché Nicolas in uscita non sottrae la sfera a entrambi i contendenti. Un intervento privo di rischi, insomma, e invece quel pallone Nicolas non riesce a trattenerlo... Beffardo, plana sul sinistro di Lemos, unico a seguire l’azione sino all’ultimo: cacciarlo nella rete sguarnita è un giochino.

LE PRODEZZE Dicevamo di un Nicolas sugli scudi in precedenza. Quattro le parate decisive (e difficili) sui tentativi di uno sgusciante Politano e poi di Mazzitelli (da pochi passi) e Berardi e Duncan da fuori area, episodi che testimoniano quanto sia stata preponderante la spinta degli emiliani e quanto sia stata in difficoltà la difesa del Verona (peraltro in emergenza). Pecchia ha cercato di variare posizioni e uomini (debutto per il regista Danzi) nel tentativo di risalire ma con Fares come centravanti c’è poco da inventarsi: è una soluzione contro natura, dopo un campionato da esterno. E né Cerci, né il subentrato Petkovic sono riusciti a inventarsi qualcosa. L’unico pericolo per Consigli, sventato da una paratissima del portiere del Sassuolo, è arrivato in avvio (6’) quando Zuculini è riuscito a precedere tutti su un cross di Verde indirizzando il suo missile da pochi passi sotto la traversa. Senza la prodezza di Consigli, magari avremmo assistito a un’altra gara dei  veneti. Ma lui, a differenza del dirimpettaio, è stato decisivo nel bene. E in seguito non sarà più insidiato. Ergo il successo dei neroverdi è limpido, incontestabile. Maturato in quel primo tempo di netto predominio e poi difeso senza affanni in una ripresa di scontri fisici e zero occasioni da rete. Sul piano dell’impegno l’Hellas non è censurabile. Ma l’impegno, da solo, non produce gol.

Sezione: News / Data: Gio 19 aprile 2018 alle 11:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Anna Vuerich
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