Tutto tace in casa Hellas. I gialloblù sono matematicamente ufficialmente in B da più da un mese ma il presidente Setti non prende posizione. Solo una cosa è certa, Fabio Pecchia non sarà più l’allenatore del Verona. Il contratto del mister scadrà il 30 prossimo giugno ma dopo le difficoltà incontrate dal tecnico e dalla squadra nell’ultimo torneo il patron non rinnoverà certo la fiducia a un allenatore che ha accompagnato Romulo e compagni verso la cadetteria senza colpo ferire, sempre politically correct, attento a non ferire la sensibilità di un gruppo che si è dimostrato troppo fragile, senza personalità, senza carattere.
Fino alla sconfitta di Benevento, Pecchia è stato tutelato da Filippo Fusco, non solo diesse del Verona ma anche amico personale del mister, ma dopo la batosta in terra campana il dirigente ha dato le dimissioni per dare una scossa all’ambiente. Una mossa che non ha portato all’inversione di rotta anche perchè Fusco ha continuato a frequentare l’ambiente gialloblù, a farsi vedere al centro di Peschiera dove il Verona si allenava, a tenere contatti con i giocatori, lo staff tecnico e i procuratori dei tesserati dell’Hellas. Senza dimenticare che l’ex diesse ha lasciato a stretto contatto del gruppo di Pecchia quel Tony D’Amico che, sbarcato in riva all’Adige all’inizio dell’avventura di Fusco in gialloblù come coordinatore dell’area scouting, lo ha sempre seguito come un’ombra.

Proprio da lui Setti potrebbe ripartire per affrontare la nuova stagione ma anche questa scelta confermerebbe la scarsa attenzione del presidente nei confronti di Verona e dei tifosi gialloblù. Non tanto per capacità e professionalità di D’Amico ma per quello che lui rappresenta per la piazza scaligera, la continuità dirigenziale di uno staff che ha fallito la sua mission e che ha riportato l’Hellas in B dopo solo un anno di A.
Difficile ripartire senza ricostruire dalle fondamenta ma, in questo momento, Setti sembra non pensarci e le voci che vorrebbero Fabio Grosso sulla panchina del Verona nella prossima stagione confermerebbero la volontà del presidente di rafforzare la figura di D’Amico - visto che lui è molto amico dell’ex campione del mondo - e la decisione di non mollare il gruppo di lavoro coordinato nelle ultime stagioni da Fusco.
Tra l’altro negli ultimi mesi accanto al coordinatore dell’area scouting si è fatto vedere spesso e volentieri quell’Emanuele Righi che - pur non avendo nessun incarico all’interno della società per quello che sta scritto in questo momento nell’organigramma sul sito ufficiale - segue Maurizio Setti fin dai tempi del Bologna e ha una certa influenza sul patron.

«I conti sono a posto, la programmazione c’è», ha ripetuto in più di un’occasione il presidente, anche nell’ultima lettera alla Curva Sud. Non sempre però l’equilibrio del bilancio economico va di pari passo con un risultato agonistico positivo. Quello che è successo nell’ultima stagione. Quindi meglio valutare altre strade. La prima? Individuare un direttore sportivo che riporti entusiasmo a Verona, autorevole, in linea con le aspettative dei tifosi. Luca Toni, per esempio. Amato dalla gente dell’Hellas, conosciuto nel mondo del calcio, giovane dirigente con tanta voglia di arrivare in alto, con un anno di esperienza nella sede di Via Francia. Lui ha già dato la sua disponibilità. Il suo arrivo, però, comporterebbe una rivoluzione nella stanza dei bottoni e qui si potrebbe giocare il futuro dei gialloblù.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 03 giugno 2018 alle 12:30 / Fonte: L'Arena
Autore: Anna Vuerich
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