Maurizio Setti ha parlato oggi in conferenza stampa del presente e futuro del Verona: "Il futuro di Toni? Abbiamo già parlato con lui, vuole passare dall’altra parte per capire che cosa significhi lavorare in un Club. E’ molto incuriosito ma chiaramente non ha le competenze. Ha chiesto di far parte della Società, ma un conto è fare il calciatore, fare il dirigente è tutt’altra cosa. L’ho osservato negli anni e ho potuto valutarlo come persona; in lui ho visto diverse caratteristiche che apprezzo, come l’equilibrio e la serietà. Speriamo che possa infondere la sua esuberanza anche all’interno del Club, con altre vesti rispetto al passato. Sarà un consulente molto vicino a me, lavorerà a tutto tondo dal punto di vista tecnico, gestionale, marketing e altro. Bigon a Bologna e i contatti con Fusco? Sono due notizie che hanno una base di verità importante. Il Direttore Sportivo potrebbe essere ai titoli di coda e il nome di Filippo (Fusco), come quello di altri, lo stiamo valutando. Tutte queste situazioni verranno sistemate la prossima settimana. Stellone vicino alla panchina? E’ un nome, come ce ne sono altri… direi 3 in lizza. De Zerbi? Piace anche lui, ma come dico sempre i contratti hanno una logica, qui ci sono situazioni da chiarire, tra una settimana tireremo righe più nettamente. Anche per l’allenatore decideremo la prossima settimana. L’obiettivo per il futuro? Fare una squadra competitiva. Se l’anno scorso mi avessero detto di puntare sul Leicester non l’avrei fatto e avrei dato al Verona in B la stessa quota. Noi abbiamo un dovere verso i tifosi. Quando sono arrivato non c’era una Società strutturata e un settore giovanile. Abbiamo fatto capire all’Italia che qua c’è un pubblico particolare e che non ha pregiudizi razziali, non come tante altre cose che sono state dette negli anni. Il mio impegno è riportare il Verona dove merita, questa piazza ha tanto entusiasmo. Da fine settimana prossima avremo tutto per riprogrammare e ripartire. Che Verona sarà? In rosa ci sono calciatori importanti, i nomi li sapete, sul fatto che possano rimanere è una questione di testa. Se uno resta a Verona e pensa di non essere in grado di reggere sul profilo mentale un campionato di Serie B allora non diventano propedeutici, mentre è normale che ci siano alcuni stipendi non sostenibili per la cadetteria. La settimana prossima ci sarà un mister che valuterà se i calciatori saranno adatti al suo gioco o meno. Chi non vuole rimanere, ha il diritto e il dovere di andarsene. Le maglie? Abbiamo un contratto con Nike che verrà ridiscusso alla fine della stagione 2017/18. Dopo lunghe battaglie abbiamo ottenuto maglie con caratteristiche esclusive, saranno sempre una chiara e una scura, con i colori gialloblù. Abbonamenti? Vogliamo dare un aiuto ai tifosi, abbasseremo i prezzi rispetto alla stagione in Serie B del 2012/13. Stipendi non pagati? E’ stata una mia scelta, per un’arrabbiatura nei confronti della squadra e non per una crisi finanziaria. I conti sono tiratissimi e fa parte del gioco del calcio. L’anticipo del paracadute è frutto di una delibera prodotta in Lega e i soldi sono arrivati anche a Carpi e Frosinone. Noi obbligati a vincere? L’unico obbligo che ho io personalmente è di dare continuità all’attività dell’Hellas Verona; questi anni hanno dimostrato che non va per forza in Serie A chi ha più forza economica. I soldi del paracadute servono per ammortizzare la caduta in Serie B. Sono sicuro che faremo una squadra competitiva, la certezza di andare in Serie A non ce l’avevo nemmeno 4 anni fa. C’è l’ambizione di tornare nella massima serie, ma senza andare in deficit economico. Attualmente il nostro monte ingaggi è pari a 22 milioni di euro, la prossima stagione la squadra potrebbe valere 3 volte una squadra di Serie B ma l’importante sarà avere un gran gruppo. Sono i gruppi che hanno voglia di arrivare, non i nomi. Sarà un campionato difficile, tutti i nomi della rosa corrispondono a situazioni che vanno aggiustate. Un mese fa avrei mandato a casa tutti, ora a mente fredda ragiono diversamente. Chi rimarrà qui dovrà capire che questa è l’occasione della vita, dovrà avere cultura del lavoro, fame e cattiveria. Tra Serie A e Serie B ci sono circa il 40/50% di introiti in meno, il paracadute ci permette di ammortizzare parte delle perdite del Club. Noi in Serie B volutamente? Sarebbe stato da kamikaze. Il Verona non è una società come Genoa, Sampdoria, Torino o Bologna, lasciando stare le grandi. A livello di introiti siamo come Atalanta, Chievo, Empoli e Udinese. Possibile ritorno di Sogliano? Assolutamente no. Mandorlini ancora qui? Direi, anche in questo caso, assolutamente no. Gardini longa manus sul Verona? Non l’ha mai avuta. Gardini ha avuto solo un difetto, di essere troppo rispettoso, come Bigon, di certe situazioni precedenti.  Ho imparato però che nel calcio a volte bisogna entrare anche un po’ a gamba tesa. Il settore giovanile? Vogliamo potenziare e portare avanti questa struttura. Abbiamo portato qualche ragazzo a giocare da noi, qualcuno è andato in Serie B e Zaccagni ha vinto la Lega Pro. Cerchiamo di individuare ragazzi che abbiano qualità per poter giocare nel Verona. Fares ha una prospettiva importante, rimarrà con noi, le sue qualità fisiche sono da top club. Se avesse avuto meno infortuni avrebbe anche giocato di più, Delneri l’ha valorizzato subito e chiunque arriverà qui deve sapere che avrà a che fare con i giovani. Checchin? Sicuramente rimarrà e sarà fisso nella rosa della prima squadra. Qualcuno di utile ci sarà già per l’anno prossimo, altri magari andranno ancora in giro a farsi le ossa, poi ci sono dei calciatori in giro che paghiamo e che non rientrano nel progetto tecnico. Ci costeranno dei soldi, perché sono errori che devi ripianare. Pavanel confermato? Ha fatto bene, è stimato e ben voluto da noi. La situazione non è definita ma è ancora il candidato numero uno per continuare un percorso".

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 24 maggio 2016 alle 20:07 / Fonte: hellasverona.it
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
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