Anche la storia dice che l’Hellas, così, la Serie A se la scorda. Il campionato di B è arrivato alla boa del suo primo terzo: dodici giornate se ne sono andate e il Verona è settimo con 18 punti, frutto di cinque vittorie (tra cui quella a tavolino col Cosenza), tre pareggi e quattro sconfitte. Nelle ultime annate in cui l’Hellas è stato promosso l’andamento è sempre stato superiore, ed erano, quelli, tornei di più lunga durata, a 20 o a 22 squadre. Nel 1995-96 il Verona, alla dodicesima, era a quota 19. Dopo una partenza sprint, con tre successi di fila colti con Genoa, Avellino e Cosenza, l’Hellas, guidato da Attilio Perotti, andò in altalena, ma era comunque secondo, in coabitazione con Brescia, Ancona e Palermo, a meno 5 dal Genoa capolista. Alla fine della stagione il Verona fu promosso insieme a Bologna, Reggiana e Perugia. Nel 1998-99 fu una marcia trionfale, quella condotta con al timone Cesare Prandelli. Era il rullo Verona che, arrivato a questa fase del campionato, di punti ne aveva 29. Gioco maestoso, grande verticalità, corsa, talento: una squadra così, da queste parti, non si è più vista, da allora. Di fatto, dopo aver virato in chiusura all’andata con la promozione già in tasca, nel girone di ritorno rallentò, ma fu ad ogni modo prima.

In B, l’Hellas non ha mai tenuto un passo simile, ma anche il Verona di Andrea Mandorlini, nel 2012-2013, marciava a ritmo sostenuto: 25 punti dopo dodici turni, con una sola sconfitta al passivo, maturata all’ultimo secondo, nel derby con il Padova. Quel gruppo non esprimeva il calcio fatato dell’Hellas di Prandelli, ma sapeva farsi valere appoggiandosi alla regia di Jorginho e al fiuto del gol di Daniele Cacia, stoccatore da record e capocannoniere

Sezione: Rassegna / Data: Ven 16 novembre 2018 alle 11:00 / Fonte: Corriere di Verona
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
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