S i chiama M’Baye Niang l’uomo della riscossa granata. Domani l’ex rossonero ritroverà il posto in squadra da titolare nel ruolo che ama di più, da esterno alto. Il tridente di Mazzarri, infatti, presenterà accanto a lui anche le punte acuminate di Belotti in mezzo e di Iago Falque a destra. Un attacco di qualità che ora più che mai punta sulla carica di Niang e sulla sua voglia di dare il proprio contributo per spingere il Toro verso la vittoria. Non solo: M’Baye ha anche tanta fame di gol. Finora ha firmato in campionato soltanto tre reti, ma è un fatto che la cura Mazzarri lo abbia rivitalizzato. Il primo gol della sua carriera al Toro, Niang lo aveva servito esattamente un girone fa, proprio contro il Verona: era lo scorso 1° ottobre e quel 22 coincise con una giornata da dimenticare per i colori granata, vuoi per la rimonta inaspettata dei gialloblù trascinati negli ultimi minuti da Kean e Pazzini, vuoi per il primo infortunio stagionale al ginocchio destro di Belotti. Dopo quella rete estemporanea, Niang tornò ad eclissarsi fino al giorno del debutto di Mazzarri: era lo scorso 6 gennaio e l’ex attaccante del Milan rispose alle sollecitazioni segnando il gol del 20 al Bologna. Poi, due settimane dopo, servì il bis contro il Benevento. Furono due giocate pregevolissime dal punto di vista tecnico ed estetico, realizzate con piede diverso, di mancino il primo, di destro ilsecondo, ma pressoché dalla stessa posizione decentrata, sulla destra rispetto alla porta avversaria. Due reti che sono state preziose per la squadra che ha conquistato due larghe vittorie, ma che sono risultate fondamentali per il senegalese.
CAMBIO MARCIA
Perché negli ultimi cinquanta giorni Niang ha cambiato marcia aumentando sensibilmente i giri del motore; e lo ha fatto, curiosamente, proprio da quando il Torino ha cambiato la guida tecnica, con Mazzarri subentrato al suo mentore Mihajlovic. Il tutto dopo quattro mesi costellati da problemi assortiti che avevano complicato la vita anche all’allenatore che lo aveva fortemente voluto al Toro la scorsa estate. L’impressione è che il Niang formato 2018 sia un altro giocatore: pericoloso sotto porta, motivato, ma anche più continuo nel rendimento nei 90’. Lo è stato da attaccante puro, quando ha risposto presente nel sostituire l’infortunato capitan Belotti.
LARGO
Poi, dopo cinque partite consecutive da boa centrale, Niang ha cambiato zolla ma non abitudini. E infatti ha dato la sensazione di poter essere decisivo anche sulla fascia, ossia casa sua, nel momento in cui – due settimane fa contro l’Udinese — il Gallo è tornato titolare al centro dell’attacco, dopo aver smaltito la seconda distorsione al ginocchio destro che lo aveva costretto ai box subito dopo Natale. Contro i friulani l’apporto di Niang è stato positivo, proprio come nel derby di domenica scorsa, quando il suo ingresso nel secondo tempo al posto di Baselli ha garantito alla manovra energia, imprevedibilità e profondità. Da domani, però, Niang sarà chiamato a raddoppiare: Mazzarri, infatti, si aspetta che l’ex rossonero garantisca la doppia fase sulla corsia mancina affidandogli però anche la licenza di accentrarsi per fare da spalla a Belotti e andare a calciare. Insomma, Niang deve mettere a profitto la verve delle ultime settimane, sfruttando l’elasticità tattica che gli aveva permesso di giocare alla grande anche da attaccante.
Autore: Ilaria Lauria
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