Una promozione in serie A eroica. Una tribolata stagione in massima categoria, chiusa con un esonero. Eugenio Fascetti ha lasciato a Verona tanti bei ricordi. Intervenuto a  Bardolino a “Palla Lunga e Pedalare” di Raffaele Tomelleri, l'allenatore viareggino ha ricordato i suoi trascorsi sulla panchina del Verona:

«Il mio esonero del 1992 fu ingiusto. Ottenemmo la promozione nonostante il fallimento. Eravamo soli, io, Claudio Calvetti, e Franco Landri. I soldi per pagare i viaggi in pullman per le trasferte erano un problema. Quella era una squadra di bravissimi ragazzi. L’anno successivo fu indebolita. Troppi dirigenti al timone, mancava un vero riferimento. Stojkovic rimane il giocatore più forte che io abbia mai allenato. Purtroppo, quando stava per trovare la condizione giusta, si ruppe. Raduciou, fu invece una sciagura. Avesse segnato solo il 20% dei gol che sbagliò, saremmo arrivati a metà classifica.  Mi esonerarono dopo un sconfitta a Roma contro la Lazio. È un ferita che ancora brucia».

Fascetti ha poi detto la sua sulla stagione del Verona: «Brutto cammino. Ormai non c’è più nulla da fare, se non fare tesoro degli errori e ripartire. Già l’anno scorso, dopo un buon inizio la squadra si era un po’ persa. Non credo fosse una rosa all’altezza per giocare in serie A. Cassano? Quando ha capito che  squadra era il Verona, se n’è andato. I fatti gli hanno dato ragione»

Sezione: Ex gialloblù / Data: Ven 04 maggio 2018 alle 09:20
Autore: Lorenzo Fabiano
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