Il nuovo allenatore dell'Hellas Verona, Alfredo Aglietti, ha rilasciato le sue prime dichiarazioni pre-partita in vista della sfida contro il Cittadella.
"La nostra squadra è una squadra forte e quindi dobbiamo ripartire da questo presupposto. Il Verona è una squadra che, secondo me, da qui alla fine può ottenere grandi risultati. Per quello che mi riguarda, sono ‘carico a molla’. Spero che io riesca a trasmettere ai ragazzi anche solo la metà della voglia e della carica che ho, ma penso che non ce ne sia bisogno: l’obiettivo che abbiamo davanti è troppo importante. Per me, per la società, per la squadra, per i tifosi, per la piazza.
Che squadra ho trovato dopo il Livorno? Sotto l’aspetto mentale, quando c’è un cambio in panchina, è un dispiacere per tutti. Più che parlare del passato, io mi concentrerei sul presente e su quello che dovremo andare a fare, perché il tempo è poco. L’importante è che i ragazzi si tolgano subito, immediatamente di dosso la sconfitta e quello che ne è conseguito, per concentrarsi sulla partita di domani, perché non possiamo arrivare a Cittadella con delle scorie. Dobbiamo essere lucidi e dobbiamo essere attenti. Sappiamo che sarà una battaglia perché loro, come noi, si giocano tanto. Quindi la cosa principale in questo momento è ricaricare le pile a livello mentale. Per il resto, quello che è successo precedentemente conta poco: conta il fatto che io sono qui. Non sarei venuto a giocarmi 180 minuti, ma anche 18, a Verona. Quello che è successo a Novembre, Febbraio, Marzo conta relativamente: penso che per me, venire qui, tornare all’Hellas, avere in mano questa squadra sia un’occasione importantissima. Nella mia carriera precedente, valutando quelle che sono state le rose a mia disposizione, non mi ricordo di avere avuto una rosa così forte. E la voglio sfruttare al 110%.
Se giocherò con due punte? Il poco tempo a disposizione mi induce a fare tante valutazioni che possono scavallare dopo la partita di Cittadella. Dopo questa, potremo prendere in considerazione tante cose. Chiaro che ci sto pensando, però devo riflettere bene su quelli che possono essere i vantaggi e gli svantaggi di cambiare, cambiare tanto, cambiare qualcosa che per certi aspetti ha funzionati. Il Verona, fino adesso, ha avuto una sua identità: stravolgerla in quarantott’ore non è semplice.
Purtroppo domani, per quella che poteva essere la mia idea, mancherà Zaccagni, squalificato, Di Gaudio, che purtroppo ha avuto un problemino, e questo mi costringe a fare determinate valutazione. Tornando ad avere tutti disponibili, queste valutazioni saranno diverse. Detto ciò, al di là dei moduli, conta soprattutto come ci approcceremo alla partita.
Ripeto, è un derby. Il Cittadella lo conosciamo: è una squadra che tutti gli anni parte senza grandi riflettori addosso, ma che ha grandi ambizioni. Visto che per l’ultima partita giocano a Palermo, domani per loro è imperativo vincere e noi dovremo essere sì un Verona bello, ma soprattutto un Verona cinico, concreto, che deve portare il risultato, un risultato. Non possiamo regalare niente a nessuno, in questo momento. Ogni palla, ogni contrasto, marcatura, calcio d’angolo, palla inattiva, dovremo non concedergli niente.
Domani, male che vada, dovremo fare 0 a 0. Domani voglio vedere grande compattezza, grande attaccamento a quello che è il risultato. Sono convinto che, se domani torniamo a casa con un risultato positivo, poi la strada sarà in discesa per arrivare innanzitutto ai playoff. Dobbiamo essere chiari: in questo momento il nostro obiettivo è arrivare ai playoff. Dopodiché sono convinto che questa squadra abbia grandi potenzialità per arrivare fino in fondo.
“Difendere in 11 e attaccare in 11” il mio leitmotiv? Assolutamente sì. Il calcio è fatto di fase offensiva, fase difensiva e anche fase di transizione, la situazione più pericolosa. Noi dovremo essere bravi soprattutto su questo.
L’attaccamento alla maglia del Verona? Tornando indietro, feci un grande errore all’epoca. Inutile negarlo, feci un errore clamoroso, di cui poi mi sono pentito un minuto dopo, però ormai la frittata era fatta. Da quella situazione, da quando ci fu la contestazione, quando i tifosi alla fine mi chiamarono sotto la curva, io ebbi anche (scusate il francesismo) le palle di andare a prendermi gli insulti e capirono che era stato un gesto non irrispettoso, ma frettoloso. Da lì è diventato un grande rapporto, non a caso un anno dopo vincemmo il campionato.
Conosco l’ambiente e so che questa città, questa tifoseria, danno sempre una mano alla squadra. Quello che è successo mercoledì scorso, dobbiamo fare sì che non ci sia più. Dobbiamo far sì che i ragazzi diano il 110%. Se sarà così, non ce ne sarà per nessuno, perché a livello tecnico siamo la rosa più forte della Serie B. Secondo me la squadra è stata costruita in maniera perfetta per la Serie B. Devo essere bravo io, ora, a entrare nella testa dei ragazzi e far sì che si sblocchino, perché le cose nel calcio cambiano alla svelta.
Sfido chiunque, in quarantott’ore, a fare chissà che cosa: ieri comunque è stata una giornata di recupero, oggi non vedo l’ora di andare in campo e tra ventiquattr’ore avremo una partita importantissima."
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