Non è facile, girando per gli stadi italiani, assistere allo spettacolo che è andato in scena anche ieri pomeriggio al Bentegodi. Quindicimila tifosi dell’Hellas che cantano a squarciagola, che intonano i cori della tradizione, che sostengono fino all’ultimo minuto una squadra che sta perdendo - udite,udite - cinque a zero con l’Atalanta, non il Barcellona o il Real . Qualche settimana fa sia il direttore sportivo Fusco che mister  Pecchia avevano puntato il dito contro i tifosi dell’Hellas, un concetto ribadito anche dal presidente Setti. A questo punto una domanda è d’obbligo: qual è la rotta da seguire per dare una mano al Verona che lotta per la salvezza. Pressione e contestazione dal primo all’ultimo minuto, non solo in campo ma anche fuori dal terreno di gioco,oppure linea soft e tanta sofferenza per accettare sconfitte che bruciano come quella con l’Atalanta? Chissà non è questo il momento giusto per esprimere giudizi visto che la salvezza del Verona passerà soprattutto dal Bentegodi e l’Hellas ha bisogno di tutti i suoi tifosi ma in più di un’occasione la linea seguita dai sostenitori gialloblù assomiglia soprattutto a una sorta di rassegnazione, questa è la squadra che ci hanno dato, molto di più non possiamo fare. Atteggiamento pericoloso e messaggio che potrebbe regalare  a Nicolas e compagni qualche giustificazione di troppo. La sconfitta con l’Atalanta cancella con un colpo di spugna tutti gli inutili trionfalismi che si erano sentiti nelle ultime settimane ma la rincorsa alla salvezza continua.

Sezione: Rassegna / Data: Lun 19 marzo 2018 alle 12:30 / Fonte: L'Arena
Autore: Ilaria Lauria
vedi letture
Print